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Che differenza c'è tra la marijuana legale e quella illegale?

 

Che differenza c'è tra la marijuana legale e quella illegale? Andiamo a scoprire cosa dice la normativa e le differenze sostanziali tra i due prodotti.

 

 

Se fino a qualche anno fa si considerava impensabile l’utilizzo della marijuana, oggi con la differenza sussistente tra la tipologia legale e la tipologia illegale, è possibile farci un pensierino.

Sebbene la legge italiana ci abbia messo tempo a riconoscere legalmente l’uso della canapa light, ora è possibile fare questo tipo di esperienza e beneficiare dei molteplici vantaggi della marijuana legale.

Ma come si fa a distinguere le due tipologie? Che differenza sussiste tra la marijuana legale e quella illegale? Lo abbiamo chiesto agli esperti del settore, gli amici di Mariacbdoil.

 

Il mercato di riferimento

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Come prima cosa, occorre specificare che nel mercato legale viene immessa esclusivamente la cannabis che ha determinati requisiti e che può essere quindi etichettata come “light”.

Quella illegale, purtroppo, continua a circolare ma sempre all’interno del mercato nero, attraverso le piazze di spaccio della delinquenza locale.

Questo vuol dire che tutti i prodotti derivanti da foglie di cannabis, o le stesse infiorescenze, che troviamo sugli scaffali dei negozi di cannabis o delle erboristerie autorizzate, sono al 100% riconosciuti dallo Stato e hanno passato tutti i controlli preventivi prima di finire in commercio.

 

 

La composizione chimica

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Se da un punto di vista prettamente visivo, la cannabis light si distingue dalla marijuana per il luogo in cui la comperi, da un punto di vista compositivo, è la struttura chimica che differenzia le due tipologie.

La marijuana consentita è quella che possiede un livello di THC massimo dello 0,6%, mentre di contro contiene un ampio tasso di CBD.

 

Per capire a fondo la netta differenzaesistente tra canapa light e cannabis illegale, devi imparare al contempo la differenza tra THC e CBD:

  • Il CBD

Il CBD è una sostanza che si trova sia all’interno della marijuana legale che in quella illegale, ma in tale ultimo caso la sua concentrazione è molto più blanda. È un principio attivo che non ha effetti di alterazioni psicofisiche, anzi è considerato un ottimo antinfiammatorio, un ottimo analgesico nonché un sedativo e un antiossidante. Contiene sia vitamina E, che omega 3 e omega 6. Quando fumi della marijuana legale con un alto tasso di CBD puoi accelerare la guarigione di alcuni malanni, alcuni disturbi cronici, puoi incidere positivamente su ansia e stress risparmiando così l’uso dei farmaci tradizionali. Tieni presente che il CBD è altresì l’alleato perfetto della nostra pelle, tanto che viene usato per realizzare alcuni prodotti di cosmesi come quelli utili a curare l’acne e ridare elasticità alla pelle secca.

 

  • Il THC

Il THC è tutto ciò che non è il CBD. Si tratta della sostanza psicoattiva che rende uno stupefacente illegale la marijuana. All’interno della cannabis light la si trova, come già anticipato, in un livello massimo di tolleranza dello 0,6%. Al di sopra di questa soglia, la marijuana non rientra più nel novero delle sostanze legali, ma diventa una droga vera e propria (o almeno secondo quanto stabilisce la legge italiana). Il THC va ad alterare il nostro encefalo, attaccandosi ai recettori cannabinoidi ivi presenti. È così che provoca gli effetti psicoattivi e l’alterazione spazio temporale delle nostre percezioni. Da ciò ne consegue che non si tratta di una sostanza benefica. Bensì può causare ansia, euforia, fame nervosa, rilassamento, tremore, alterazione della realtà.

 

La differenza sui nostri sensi

Da questa distinzione tra le sostanze contenute in marijuana legale e marijuana illegale, ne consegue che anche la percezione dei nostri sensi cambia a seconda che si tratti di cannabis light o quella stupefacente.

Pensa ad esempio all’odore che emana la marijuana legale, rispetto a quella illegale è meno intensa, più sopportabile, e con un retrogusto quasi profumato a seconda di aromi e sostanze ulteriori che il produttore inserisce nella composizione.

O ancora pensa al tatto, al fatto che la cannabis light è liscia, levigata, rispetto invece alla marijuana illegale che è ruvida, secca, come fosse un oggetto vecchio ormai vissuto.

 

 

La legge sulla marijuana legale

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Non dimentichiamo infine che è stata prioritariamente la legge a distinguere tra marijuana legale e marijuana illegale con la legge 242 del 2016.

Il nostro ordinamento ha introdotto con tale norma delle linee guida generali su come coltivare la cannabis, su come consumarla e su che parametri essa deve basarsi per essere considerata lecita.

Anche sulla falsariga delle delucidazioni riportate nella suddetta legge è stato possibile parlare di marijuana legale, ovvero di foglie di canapa consumabili perché realizzate nel rispetto dei limiti di tolleranza di THC di cui abbiamo parlato poc’anzi.

Non sono mancate nel corso di questi ultimi anni delle pronunce giurisprudenziali volte a dare effettivamente una possibilità in più ai prodotti provenienti dalla cannabis light, fermo restando il pieno rispetto dei parametri imposti dalla legge.

Pertanto anche i giudici della corte di cassazione hanno confermato che l’asse portante della differenza tra marijuana legale e marijuana illegale è la percentuale di THC presente nei prodotti. Se il prodotto base rispetta le imposizioni normative allora tutti i prodotti derivati possono essere classificati come sicuri.