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Storia, origini ed evoluzione dello champagne

 

La tavola è il luogo perfetto dove scambiarsi quattro chiacchiere, confrontarsi e potersi gustare, tra le altre cose, pietanze e bevande di un certo spessore. Lo champagne, per chi se lo può permettere, non fa eccezione sotto questo punto di vista.

 

Uno degli accompagnamenti prediletti al cibo, soprattutto in occasione di grandi eventi e ricorrenze. Lo champagne è considerato, tuttavia, il simbolo della nobiltà culinaria per eccellenza e, non a caso, non ne viene usufruito sempre. Presenta una collocazione alquanto sporadica e circoscritta a determinati ambiti e vi sono diverse marche di Champagne famose che si contendono i propri clienti con la qualità intrinseca dei propri prodotti.

 

 

Origini dello champagne

storia-champagne

Eppure lo champagne ha una storia decisamente intrigante che vale la pena rispolverare in questa sede. Tutti, tendenzialmente, vanno ad assaggiare un vino o uno spumante senza realmente conoscerne la provenienza o la derivazione.

Come e quando nasce lo champagne? Esso, come si può dedurre dall’origine francese, nasce proprio in una provincia situata a Nord Est della Francia, denominata, per l’appunto, Champagne.

L’invenzione la si associa alla figura di Dom Pierre Pèrignon, un abate benedettino che, rinchiuso nelle cantine di un convento, dà vita ad un vino destinato a rallegrare le atmosfere mondane di mezzo mondo e oltre.

Tale invenzione risale grossomodo al 1600. In quel periodo imperversano guerre e saccheggi nelle regioni francesi che finiscono per rovinare conseguentemente le vigne. Ma l’abile lavoro di Pèrignon consente di recuperare le stesse e di ricominciare la produzione del vino.

Seleziona, affina e perfeziona le tecniche migliori per avere un vino sempre più buono e impostato in una certa maniera. Durante una di queste fasi viene fuori una sorta di variante dello Champagne, lo spumante, che restituisce una gradevolezza in più allo stesso.

 

 

L’evoluzione della ricetta base dello champagne

L’evoluzione di questa tecnica si estende su larga scala e contribuisce in maniera determinante ad aumentare i produttori e a estendere la stessa produzione. Cresce sempre più la popolarità di questo vino, oltre che un certo simbolismo associato a varie situazioni e celebrazioni.

I monaci delle abbazie utilizzavano lo champagne soprattutto come vino da messa. I regnanti francesi, in egual misura, lo apprezzavano in quanto fine e leggero. Tanto è vero che lo si riscontra come strumento diplomatico di cui servirsi nei confronti degli altri regnanti europei.

La convenienza stava anche in ragioni politiche, poiché le tasse sulla vendemmia venivano in qualche modo “scartate”, motivo per cui Dom Pèrignon diviene famoso e pregiato non soltanto a Champagne, ma anche verso Parigi, tra nobili e principi.

Il 700 è il periodo in cui la richiesta di Champagne aumenta in maniera esponenziale. Ormai la diffusione è a livello globale. Tutti i grandi avvenimenti dell’epoca non si svolgevano se non c’era uno Champagne nei paraggi ad accompagnare il tutto. E, considerando un mondo che non era proprio collegato come il nostro, si può dire che il successo sia stato davvero notevole.

 

Come valutare un buon champagne

 

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C’è da dire che, affinché il prodotto sia considerato tale, deve rispondere a determinati parametri di riferimento. Col tempo sono state delimitate sempre più le zone vinicole entro cui produrre e trasudare autenticità. Le imitazioni, dunque, non sono ammesse in questo senso.

I vitigni privilegiati rimandano al Pinot nero, al Meunier nero e allo Chardonnay bianco. Le regole e tecniche di vinificazione sono altrettanto delimitate e specificate secondo legge e conoscenze professionali precise.Tutte queste operazioni vanno esercitate nella regione dello Champagne per almeno un anno, altrimenti viene meno il principio di esclusività ed autenticità.

 

 

Quando è il caso di bere champagne

Lo champagne, come già menzionato in precedenza, si caratterizza squisitamente come vino di accompagnamento ad un grande evento per eccellenza. Ma l’accostamento, in tal senso, non deve e non può essere automatico.

Bisogna, infatti, anche saper leggere i momenti giusti nei quali è richiesta una bella bottiglia di champagne. Oggi ridurre la sua funzione a mera compagnie di serate nobili e mondane appare riduttivo.

Non è un caso che lo si riscontri sempre più al centro di tavole o aperitivi preparati in albergo, in un bar o in un ristorante, ad esempio. L’eleganza non è più considerata in via esclusiva per certi ambienti e si allargano in questo modo gli ambiti di convivialità e aggregazione che può fornire un singolo elemento come lo champagne.

Per questo motivo qualsiasi momento particolare da festeggiare, sia esso racchiuso in un contesto benestante o meno, fa ricorso allo champagne. La regola principale, dunque: più ambiti di applicazione, meno esclusività.

Attenzione ad abbinare lo champagne al dessert. Un’altra regola importante da seguire, poiché una cucina elegante va comunque imbastita per evitare che se ne disperda il sapore e l’appetibilità. Non tutti gli champagne sono uguali e, dunque, necessitano di tocchi e attenzioni particolari.

I gusti dei clienti e dei fruitori stanno cambiando e seguirne le tendenze, anticipandone le evoluzioni, può essere la soluzione più praticabile per chi ci lavora con questo prodotto esclusivo, ma anche per chi lo usa in maniera ricorrente.