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Svezzamento: quando e come iniziare, 5 consigli

 

Se un tempo per svezzamento si intendeva il momento in cui il bambino smetteva di succhiare al seno, oggi la portata terminologica e pratica dello svezzamento è radicalmente cambiata. Possiamo dunque definirlo come il lento e progressivo avvicinamento del piccolo a cibi solidi, un passo per volta.

 

Ogni mamma si chiede quando sia il momento giusto per indurre il bambino a sperimentare altri alimenti oltre che il cibo specifico per la prima infanzia. E soprattutto si domanda come iniziare. Lo spieghiamo attraverso questi facili consigli da seguire, che possono essere presi in considerazione senza problemi, ma sempre previo consulto pediatrico.

 

 

1) I tempi d’inizio

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Sebbene per l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) il momento ideale per integrare l’allattamento con cibo vero sia il sesto mese di età, l’ente stesso non ha mai fornito delle linee guide specifiche da seguire. Questo in quanto sono molti i fattori che incidono positivamente sullo sviluppo del piccolo e sul suo interesse al cibo degli adulti. Ma si tratta di fattori che possono cambiare da bambino a bambino.

Un pediatra comunque orientativamente consiglia alle mamme di svezzare il figlio verso i cinque, sei mesi, quando cioè il tronco si è formato, quando scompaiono i riflessi legati alla suzione e quando si è raggiunta una maturità digestiva consona per l’assunzione di nuove tipologie alimentari.

 

2) Seguire uno schema, ma non in modo rigido

Sarebbe sempre opportuno affidarsi ad un vero e proprio schema, fornito dal pediatra. Questo non vuol dire affidarsi a tabelle calendari e date, ma significa seguire dei consigli dati dal medico che, comunque, con il tempo diventano di supporto alla spontaneità e alla naturalezza della mamma che ha piena autonomia nel decidere cosa dare o meno da mangiare al suo piccolo.

Quindi tenere sempre a portata di mano la “dieta” che il pediatra ha stilato, ma seguirla tenendo anche conto del fatto che passo dopo passo il bambino deve cominciare progressivamente ad assaggiare tutto.

 

 

3) Fare sedere il piccolo a tavola

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Verso i sei sette mesi il bambino ha sviluppato quella maturità tale da poter partecipare ai pranzi e alle cene di famiglia. Per questo motivo bisogna sempre coinvolgerlo e farlo sedere nel seggiolone, vicino alla mamma o al papà.

Nella curiosità di toccare e scoprire, il piccolo si sentirà orientato a voler assaggiare gli stessi cibi degli adulti. I gesti che faranno capire al genitore il suo desiderio di provare sono espliciti; il piccolo infatti tenderà a dimenarsi e ad allungare le braccia verso quello che vorrebbe provare. Senza paura, ma con la massima attenzione il piccolo va assecondato.

Se vuole il pane, basta dargli delle piccole mollichine e mettergliele nei pressi della manina, permettendogli così in autonomia di portarle alla bocca. Stesso vale per le posate. Se il bimbo prende il cucchiaio in mano, bisogna guidarlo a portarlo bene alla bocca per poter mangiare.

 

4) Incuriosire il bambino

Lentamente prima o poi tutti i bambini saranno svezzati. Assaggeranno ogni cibo che abitualmente si consuma a casa e impareranno anche ad utilizzare bene le posate. Ma per consentire tutto questo i genitori devono incuriosire i loro piccoli. Devono stimolarli cioè a provare e ad emulare gli stessi gesti fatti dai grandi. Il suo coinvolgimento dunque al momento dei pasti (sia che mangi prima da solo, sia che mangi a tavola con tutti) è importante.

La mamma, che di solito è il genitore che si occupa di dargli da mangiare, deve anche poter educare il piccolo al non spreco, inducendolo a mangiare con gusto e con piacere.

 

 

5) Quali alimenti somministrare al piccolo

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Lo svezzamento avviene in primis con frutta, brodo vegetale e altre ricette. La frutta dovrebbe essere sempre quella di stagione, magari frullata e grattugiata, così da rendergli la deglutizione molto più facile. La frutta e verdura frullata, in seguito, quando i bambini cresceranno, sarà ben accetta da essi, come ben sanno i genitori (puoi approfondire il topic su frullatoreadimmersione.eu). La dieta mediterranea è la più consona durante lo svezzamento, anche perché include cibi facilmente reperibili ovunque. A poco a poco, la mamma tenderà ad aggiungere una piccola razione di un nuovo prodotto all’interno del piano alimentare, questo non solo per educare il bambino a mangiare bene, ma anche per verificare l’ipotetica intolleranza o allergia ad un eventuale prodotto.

Per quel che concerne il discorso legumi, possono essere tranquillamente somministrati al bambino. Tuttavia sarebbero da schiacciare o frullare, data la buccia che potrebbe rimanere un po' duretta. Per quanto infatti a sei mesi il piccolo è maturo per mangiare altre cose oltre il latte, ancora non presenta tutti i denti per cui, va facilitata la sua deglutizione attraverso pappine e zuppe che sebbene più consistenti della liquidità del latte, non gli rendono difficile l’ingerimento e l’assunzione generale. Quindi massima attenzione a come vengono sminuzzati tutti i cibi preparati.

Infine ricordiamo che non c’è assolutamente nulla di male nel dare al piccolo molti cibi a base di fibre. Queste ultime infatti serviranno al bambino a prevenire la stipsi, ma anche a favorire una maggiore qualità della flora batterica intestinale tale da rendergli morbide le feci.