Storia della cartomanzia

L’arte della cartomanzia, con radici millenarie, affascina la società da remote generazioni. Sebbene inizialmente sia nata come pratica divinatoria da tramandare oralmente di madre in figlia, oggi ha avuto un'evoluzione tale da diventare anche un lavoro vero e proprio per chi la pratica.

Quali sono le origini della cartomanzia? Quando nasce e dove? Abbiamo posto queste domande agli amici di www.cartomanziaastrologia.com, esperti nei tarocchi e in astrologia.

Volendo andare a ritroso nel tempo, è alquanto difficile individuare dove e come sia nata la cartomanzia. Quel che è certo, sicuramente, è che la nascita risale a molti secoli prima della nascita di Cristo. La pratica divinatoria con le carte viene attribuita a diversi popoli antichi, come ad esempio agli egizi o anche ai sumeri (pur non esistendo però in tal senso una vera testimonianza o delle prove certe).

Comunque sia, molte altre tesi preferiscono attribuire questa nascita ai cinesi. Per la diffusione dalle nostre parti bisogna invece attendere fino al periodo medievale, quando parallelamente al concetto di “stregoneria" si sviluppò quello della predizione del futuro attraverso le carte.

La cartomanzia in Egitto: il Libro di Thot e i tarocchi egiziani

La prima teoria sulla storia della cartomanzia, largamente accolta da molti esperti, è che l’arte di predire il futuro con le carte sia nata nell’antico Egitto. A dimostrazione di quanto, ci sarebbe un testo, il libro di Thot (in verità sono una serie di libri, ben 42), emblema della religione egiziana e scritto con i geroglifici del loro alfabeto. Secondo gli storici, il contenuto di questo tomo la dice lunga sui trucchi per una perfetta lettura dei tarocchi, laddove questi ultimi vengono proprio descritti come “figli" degli antichi simboli contenenti il sapere universale.

Il più grande sostenitore di questa teoria è stato un famoso esoterista, Jean Baptiste Alliette, passato alla storia con lo pseudonimo di Etteilla. Nelle sue varie opere ( tra cui “Manière de se récréeravec le jeu de cartes nommées tarots” e “Le monde Primitif”) l’esoterista parla di un libro proveniente dall’Egitto attraverso cui lui stesso ha appreso l’antica pratica della cartomanzia. Questa veniva praticata con l’ausilio di 78 sottilissime foglie d’oro (le ave delle moderne carte) sulle quali venivano apposti particolari simboli e geroglifici.

Del medesimo avviso è stato anche lo scrittore Antoine Court de Gebelin per il quale era valida l’ipotesi che i tarocchi basavano le proprie origini su un antico libro sacro scritto dai preti egizi e portato in Europa dalle popolazioni zingare.

Pur essendo questa teoria molto dibattuta, elargamente smentita da alcuni ritrovamenti storici che ne attestano la portata imprecisa, le opere di De Gabelin sono state molto importanti per portare avanti nel tempo questa ipotesi.

Le teoria sulla nascita in Cina

Secondo un’altra corrente di pensiero, anch’essa largamente diffusa, i tarocchi sarebbero nati in Cina. Ad acclarare questa tesi c’è il libro dei Ching, un testo in cui si racchiude tutta l’antica saggezza cinese. Al suo interno sono indicati alcuni esagrammi che venivano impiegati come potente strumento di divinazione.

A dare poi ulteriore conferma della teoria dell’origine della cartomanzia in Cina sono le carte da gioco. È infatti una certezza che molti mazzi da gioco sia nati in seno all’antico popolo cinese.

Filippo Maria Visconti e il suo contributo in Italia

Non bisogna però trascurare il contributo che in epoca medievale anche l’Italia ha fornito per l’affermazione di quest'arte divinatoria. Molti infatti sono gli esperti che sostengono l’importanza della corte del Duca di Milano, e di Filippo Maria Visconti, per lo sviluppo della cartomanzia.

A dare conferma di queste teorie sono stati i ritrovamenti di mazzi di carte, ma anche di espliciti riferimenti alla carte da divinazione nei documenti di quel periodo.

Nei registri pubblici della corte infatti compare spesso la citazione agli arcani minori. Un’altra preziosa testimonianza riguarda la raffigurazione sulle carte degli abiti tipici della tradizione italiana.

Cartomanti e cultura zingara

In occasione di questo excursus tra le varie teorie sostenute sulla nascita della cartomanzia, non può mancare un chiaro riferimento alla cultura zingaresca. Nel medioevo infatti, secondo alcuni storici, molti erano i nomadi che si spostavano di terra in terra, e che durante i loro viaggi si auto leggevano il futuro per sapere come sarebbe stata la permanenza nel luogo in cui intendevano fermarsi.

Sempre secondo questa teoria, nei gruppi nomadi, c’era uno zingaro specializzato che si occupava di disegnare e ricopiare i simboli delle carte a mano. Fu proprio grazie ai viaggi zingareschi, che in Europa giunse il culto dei tarocchi.

Lo sviluppo presente e futuro

Le teorie sinora argomentate dimostrano i misteri e i dubbi che gli esperti hanno circa la nascita dei tarocchi. Ma qualunque sia stata l’origine di questa arte, qualunque lo scopo, qualunque la portata, oggi la disciplina ha avuto una grande evoluzione. Complici da un lato gli eventi storici che si sono susseguiti, dall’altro l’avvento della tecnologia, ma ora esser cartomante vuol dire portare nella vita delle persone una ventata di misteriosa novità, ma sotto forma di professione seria e remunerata.

Esistono infatti cartomanti professioniste, che decidono di fare della loro passione e della loro conoscenza una fonte di guadagno vera e propria. Nonostante il tempo delle superstizioni e della stregoneria sia solo un lontano (amaro) ricordo, la cartomanzia ha messo bene le radici nella società, attirando tuttora l’attenzione di tutte quelle persone che vogliono saperne di più sulle sorti future della loro vita.

Pur non essendo una scienza esatta, predire in anticipo cosa potrà accadere domani aiuta molte persone a prendere la quotidianità con leggerezza. E forse oggi ce n’è bisogno, dato lo stress e i problemi della vita di tutti i giorni.