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Come aprire una partita IVA. I passaggi che servono per aprirla

 

Dopo aver valutato la possibilità di aprire una propria attività bisogna capire e valutare bene se conviene o meno mettersi in proprio. Se, dopo un'attenta analisi, si è deciso di voler iniziare un'attività come ditta individuale, lavoratore autonomo o come società, sarà necessario aprire una partita IVA.

 

Pertanto chi si appresta a compiere questo importante passo dovrà porsi delle domande fondamentali: Conviene aprire una partita IVA? Come aprire una partita IVA  e quali sono gli step da compiere? Quale tipologia di regime fiscale scegliere? Quali sono i costi da sostenere? Abbiamo chiesto di rispondere a queste domande agli esperti del settore, gli amici de Il Commercialista Online, ed ecco cosa ne è uscito fuori.

Ti ricordiamo che è obbligatorio comunicare all’Agenzia delle Entrate, entro 30 giorni dal primo giorno di attività, la data di inizio dell'attività.

Nel periodo attuale il posto fisso, che assicura una busta paga sicura e continua, è diventato una realtà difficile da raggiungere. In mancanza di tale possibilità le persone si domandano se non è opportuno aprire un'attività che possa dare  un guadagno che permetta di sostenere se stesso e la propria famiglia.

 

 

Voglio aprire una Partita IVA: cosa devo fare?

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Fatta questa scelta ci si domanda quali sono le possibilità di aprire una nuova attività, quali adempimenti vanno attuati e quali sono i costi da sostenere. Queste sono le principali domande che si pone chi vuole aprire una partita IVA.

 

Analizziamole:

Come fare per avviare una nuova attività?

Se si è maggiorenni, se non si ha avuto precedentemente dichiarazione di fallimento, se si è residenti in Italia e non si sono riportate condanne penali è possibile realizzare una nuova attività. Per tipologie particolari di attività potranno essere richiesti ulteriori requisiti.

 

 

Quali adempimenti sono necessari per aprire una partita IVA?

Aprire una partita IVA è abbastanza facile. Se l’attività che si apre è quella di una ditta individuale o è quella di un lavoratore autonomo allora va redatto il modello AA9/7 che è possibile scaricare  dal sito dell’Agenzia delle Entrate.

Se l’attività è quella di una società allora bisogna compilare il modello AA7/7 anche questo scaricabile dal sito dell’Agenzia delle Entrate. Il link è www1.agenziaentrate.gov.it/modulistica/altri/modelli_attivita.htm. Una volta compilati, i modelli devono essere presentati o inviati all’Agenzia delle Entrate. E’ possibile farlo o recandosi personalmente esibendo il proprio documento di riconoscimento o inviandolo con raccomandata con ricevuta di ritorno (allegando la fotocopia del documento di riconoscimento) o inviandolo per via telematica.

La partita IVA si compone di 11 numeri. I primi 7 caratterizzano il contribuente, i seguenti 3 indicano il codice dell’ufficio e l’ultimo ha carattere di controllo. Una volta aperta la partita IVA bisogna scegliere: il codice ATECO che è il codice riferito all'attività scelta e il regime contabile.

Fatta questa formalità verrà assegnata la partita IVA che rimarrà la stessa fino al termine dell'attività. Un'altra cosa da effettuare è l’apertura della propria posizione previdenziale che verrà fatta presso l’INPS. Ancora, se la ditta è individuale, l’impresa va iscritta alla Camera di Commercio e deve essere comunicata la data di inizio di attività anche al Comune.

 

Quale tipologia di regime contabile scegliere?

Si può scegliere tra regime forfettario e la contabilità ordinaria. Se si sceglie il regime forfettario, che è un regime agevolato, i ricavi non devono superare i 65.000€. In questo caso è prevista l’esenzione dall’IVA e una tassazione ad aliquote pari al 15% e al 5% per i primi 5 anni di attività.

Questa agevolazione non permette però di portare in deduzione o detrazione le spese sostenute. E’ possibile portare in detrazione i contributi previdenziali obbligatori. Se si sceglie il regime di contabilità ordinaria bisogna iscrivere la ditta alla Camera di Commercio pagando una cifra che si aggira intorno ai 100 € l’anno. Deve essere aggiunto il costo del commercialista ed il contributo INPS.

Infine vanno pagate le imposte IRPEF ed IRAP che sono calcolate rispettivamente sul reddito e sul valore prodotto aggiunto.

 

 

Conviene aprire una partita IVA?

Valutare se è conveniente aprire una partita IVA non è facile perché la convenienza dipende caso per caso. Per meglio assumere una decisione ben analizzata, il consiglio è quello di parlarne con il proprio commercialista che saprà consigliare  la soluzione migliore. Aprire una partita IVA ha dei vantaggi, ma nello stesso tempo ha costi per il suo mantenimento. Il costo annuale è in funzione del regime fiscale prescelto.

 

Quali sono i costi da sostenere?

Se aprire una partita IVA non costa nulla, al contrario i costi per il mantenimento possono essere abbastanza alti e variano anche in funzione del regime fiscale prescelto. I costi sono legati anche al volume dell'attività, alla tipologia della consulenza richiesta al commercialista, al regime contabile e fiscale utilizzato e ai costi di gestione del personale dipendente.

Vanno presi in considerazione anche i costi previdenziali che artigiani e commercianti devono versare all’INPS. Quest’ultimi sono composti da una parte fissa e da una parte variabile in funzione del reddito dichiarato. Se, inoltre alcune aziende sono considerate ad alto rischio, allora è obbligatoria l’iscrizione all’INAIL e questo comporta altre spese. Sul reddito dichiarato si applicano tasse e imposte come l’IRPEF e l’IRAP.

 

Quali gli obblighi fiscali da rispettare?

I titolari di partita IVA sono obbligati alla emissione della fattura elettronica, alla compilazione dei registri contabili, al versamento periodico dell’IVA  e alla dichiarazione annuale IVA con il modello UNICO.