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Lavori in quota: normativa, rischi e formazione

 

Si definiscono lavori in quota tutte quelle attività lavorative che, rispetto ad un piano stabile, costringono il lavoratore ad agire ad una altezza che supera i 2 metri.

Di certo non ci vuole molto a capire che, a prescindere dall'attività, si tratta pur sempre di situazioni che comportano per i soggetti impiegati un grado di rischio piuttosto elevato, compresi incidenti gravi se non, addirittura, mortali.

Nei cantieri sia temporali che mobili dove è previsto l'ausilio di lavoratori ad alta quota, è indispensabile porre in essere tutte le misure preventive previste, rispettando le norme vigenti in materia.

Sono proprio questi infatti, gli ambienti nei quali è più alta la percentuale di infortuni. Con l'aiuto degli esperti di impresaedilecannarozzo.it andremo ad sviscerare l'argomento focalizzandoci sulla Normativa da seguire, sui rischi inerenti tale attività e sulla formazione a supporto della stessa.

 

 

Normativa: obblighi del datore di lavoro

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Il Titolo IV capo II del D.Lgs 81/08 disciplina la valutazione dei rischi e le regole preventive da adottare per quanto riguarda i lavori in quota.

Gli obblighi che in tal senso gravano sul datore di lavoro sono stabiliti dall'articolo 111 del Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro.

Vediamo cosa dice nello specifico.

Innanzitutto le attrezzature devono essere tali da garantire il più possibile la sicurezza, dando la precedenza alla protezione collettiva rispetto a quella individuale e scegliendo l'attrezzatura più adatta al tipo di lavoro da svolgere.

I lavoratori devono avere la possibilità di circolare senza correre rischi ed eventuali sollecitazioni devono essere individuate ed affrontate nel modo più opportuno.

 

Altri obblighi gravanti sul datore di lavoro sono in seguenti:

- optare per il sistema di accesso alle postazioni di lavoro temporanee in quota più adatto, in riferimento alla durata del lavoro, alla frequenza di circolazione e al tipo di dislivello;

- usare la scala a pioli solo quando il rischio è molto basso e il lavoro sufficientemente veloce o ancora, quando il tipo di luogo non permette l'utilizzo di un attrezzo differente;

- attuare tutte le misure che occorrono per garantire la massima sicurezza dei lavoratori (ad esempio gli appositi dispositivi anti caduta);

- se il lavoro prevede la momentanea rimozione di un dispositivo di sicurezza collettivo, provvedere all'immediata segnalazione ed attuare misure ugualmente valide;

- non effettuare lavori in quota in concomitanza di condizioni meteorologiche che possono costituire un pericolo;

- vietare ai lavoratori in quota di bere alcolici;

- allestire impalcature sicure e adatte allo scopo. Verificarne la validità secondo quanto prevede l'Allegato XIX prima di impiegarle nuovamente.

 

Quali sono i rischi inerenti ai lavori in quota?

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Il primo e più grave rischio che il lavoratore in quota corre, come è facilmente intuibile, è quello di cadere.

Muovendosi ed operando a determinate altezze perdere l'equilibrio (il che può accadere per tanti motivi) può avere conseguenze gravissime.

Per tale motivo vanno fin da subito attuate le misure preventive più idonee.

Tuttavia i rischi non si esauriscono qui.

Il lavoratore può incorrere nel cosiddetto "effetto pendolo", quindi urtare contro un ostacolo, e cadere restando appeso ad una imbracatura ("sindrome da imbraco").

In tale secondo caso bisogna intervenire prima possibile, in quanto il malcapitato tende a perdere coscienza in seguito alla caduta e rischia addirittura la morte.

Tutto ciò basta a comprendere quale sia la prima e fondamentale regola da seguire in caso di lavori in quota: non agire mai da soli ma sempre insieme ad altri colleghi, che possano intervenire e soccorrere in caso di necessità.

 

 

Lavori in quota: formazione

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Trattandosi di una materia alquanto delicata, i lavori in quota prevedono una adeguata formazione a supporto.

E' indispensabile infatti che i lavoratori stessi siano perfettamente in grado di valutare in maniera efficace i rischi nei quali potrebbero incappare e di adottare le misure idonee a scongiurarli.

Per i tipi di lavoro come sono quelli in quota, viene richiesto l'uso corretto dei DPI di terza categoria, che prevedono obbligatoriamente formazione ed addestramento.

L'articolo 115 stabilisce che i lavoratori in quota devono essere in grado di adoperare efficacemente i Dispositivi di Protezione Individuale nei casi in cui non siano posti in atto quelli collettivi.

Questi prevedono, fra l'altro, cordini, connettori, imbracature, assorbitori di energia ed altre misure.

Allo scopo i lavoratori devono seguire un corso di formazione della durata di 8 ore totali, un tempo in cui imparano l'uso dei DPI sia dal punto di vista teorico che pratico, ma non solo.

Essi apprendono anche.

Il corso di formazione per lavoratori in quota, della durata di 8 ore, oltre ad affrontare il corretto utilizzo dei DPI (sia a livello di funzionamento teorico che pratico), è uno strumento efficace per le aziende che prevedono questo tipo di attività e che possono formare i propri dipendenti in ambiti quali:

- tutte le norme di riferimento (D.Lgs. 81/08)

- le direttive europee riguardo i DPI e le marcature CE

- l'utilizzo corretto di attrezzature e dispositivi

- la valutazione dei rischi che si corrono

- i fattori di caduta

- gli obblighi che riguardano reciprocamente il datore di lavoro e i lavoratori.